Abbadia di Fiastra

L'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra (XII sec.) è una delle abbazie cistercensi meglio conservate d'Italia. Qui l'ideale benedettino di lavoro e preghiera, oltre a diventare concreto e visibile attraverso un linguaggio architettonico unico e di rara bellezza ha saputo segnare profondamente anche la storia del territorio circostante arricchendola di preziose ed interssanti testimonianze. In particolare sono visitabili: la Chiesa, dalle forme sobrie ed essenziali pensate per facilitare l'incontro interiore con Dio; il chiostro, la sala del capitolo, le grotte, suggestivo ambiente ipogeo che si sviluppa, in maniera assai articolata, sotto la chiesa, il deposito delle oliere, che ospita un Museo archeologico e una Mostra sulle Abbazie delle Marche; il cellarium e l'imponente refettorio dei monaci "conversi".

La Selva, interessante bosco planiziario, estesa per oltre 100 ha, è il cuore della Riserva Naturale. Sotto il profilo scientifico essa assume particolare rilievo in quanto costituisce l'ultimo esempio, avente ancora una superficie considerevole, del tipo di foresta che ricopriva, fino al 1700, l'intera fascia collinare delle Marche. In essa prevale il cerro; sono inoltre presenti la roverella, l'orniello, l'acero campestre, ecc... Floristicamente interessanti sono il carpino orientale, elemento pontico la cui distribuzione interessa esclusivamente la parte meridionale della regione Marche, l'elleboro di Bocconi e l'arisaro. Altre presenze di rilievo sono il bosso ed il capo-chino, specie rara in Italia settentrionale, ancor meno frequente in quella centrale e completamente assente nel meridione.

La fauna, sebbene ridotta rispetto al passato, riveste ancora un notevole interesse per la presenza di alcune specie tipiche della fascia collinare delle Marche fra le quali il capriolo che è stato reintrodotto nel 1957 e che oggi è oggetto di un attento programma di controllo e tutela. Tra i mammiferi sono inoltre presenti la faina, il tasso, la donnola, mentre fra gli uccelli, l'allocco, il picchio rosso minore, il rigogolo, l'usignolo, il rampichino e la ghiandaia oltre ad altre specie di passeriformi tipici dell'ambiente silvano.

Il Palazzo Realizzato tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo occupa il lato sud del monastero ove un tempo vi erano la sala riscaldata detta “calefactorium”, dove i monaci si rifugiavano nei giorni di freddo intenso, il refettorio e le cucine. E’ proprio in questo palazzo che i marchesi Bandini, in seguito principi, posero la loro residenza. Ispirato a motivi tipicamente neoclassici è da sottolineare la facciata dell’edificio verso il parco che appare severa con un tipico “bugnato” in mattoni, rimarcante il piano terra. Al suo interno, ove sono presenti numerosi affreschi e decorazioni, sono ubicati gli uffici della Fondazione Giustiniani Bandini e della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra.